1 Maggio

 

Quarto stato, Giuseppe Pellizza da Volpedo, 1901

Quarto stato, Giuseppe Pellizza da Volpedo, 1901

Il “Primo Maggio“, festa dei lavoratori, cade quest’anno in un periodo in cui c’è davvero poco da festeggiare. In Italia la disoccupazione è all’8,8% e solo quest’anno hanno perso il lavoro 367 mila persone.

Ma perchè, e cosa si festeggia in realtà il Primo Maggio?

Come quasi sempre accade, non si tratterebbe di una festa ma di una commemorazione. Si ricordano le vittime della lotta per i diritti del lavoro, in particolare per le 8 ore giornaliere che diamo ormai per scontate.

A far coincidere tale giornata con la data odierna contribuirono fortemente i gravi disordini avvenuti i primi di maggio del 1886 a Chicago, nella piazza Haymarket. I lavoratori in sciopero dal primo maggio per ridurre la giornata lavorativa da 10-12 a 8 ore giornaliere organizzarono una manifestazione, che pur iniziando in modo pacifico si concluse in tragedia quando una bomba esplose tra i poliziotti uccidendone uno. La polizia aprì quindi il fuoco sulla folla, lasciando a terra undici persone (tra cui proprio 7 poliziotti colpiti da fuoco amico) e ferendone decine. In seguito a questi disordini vennero giudicati colpevoli e condannati a morte per impiccagione otto manifestanti, quattro dei quali vennero effettivamente giustiziati mentre un quinto si suicidò in cella. Qualche anno più tardi se ne constatò tuttavia la completa innocenza, e per questo vengono ancora ricordati come i martiri di Chicago.

In Italia tale festività venne soppressa durante il ventennio fascista, per riprendere pochi giorni dopo il termine del secondo conflitto mondiale, nel 1945. E proprio all’immediato dopoguerra risalgono i più famosi martiri italiani del Primo Maggio. Precisamente al 1947, quando circa duemila lavoratori si trovarono a Portella della Ginestra (PA) si ritrovarono per manifestare contro il latifondismo, per la messa a coltura dei terreni incolti e per festeggiare la vittoria del Partito Socialista sulla Democrazia Cristiana all’Assemblea Regionale Siciliana avvenuta pochi giorni prima. Sulla folla vennero sparate raffiche di mitra che uccisero sul colpo 11 persone (tra cui due bambini) e ne ferirono 27, alcuni dei quali morirono in seguito per le ferite riportate. Non si conoscono i mandanti ma le mani che impugnavano le armi erano del mafioso Salvatore Giuliano e della sua banda, aiutati probabilmente dalla CIA (che inviò dei lanciagranate) per sopprimere la crescente ondata rossa che stava investendo la penisola in quegli anni.

Quest’anno la manifestazione “ufficiale” del Primo Maggio si svolgerà a Rosarno, in Calabria. In quel meridione che ora è visto come arretrato e povero, ma che 150 anni fa, quando l’Italia venne unificata, era industrialmente un fiore all’occhiello. Un meridione ampiamente sfruttato dal regno Sabaudo per pagare i debiti di anni di conflitti per l’unificazione, e spremuto fino a farlo diventare quello che è oggi. Proprio per questo motivo, i primi morti per i diritti del lavoro nell’Italia unita sono stati dimenticati sotto le sabbie del tempo e della copertura reale sei Savoia.

Nel 1863 l’officina siderurgicha di Pietrarsa (NA) era il primo e più importante polo siderurgico dell’industria italiana, tanto da ricevere la visita dallo Zar di tutte le Russie Nicola I che la copiò mattone per mattone per ricostruirla a Kronštadt, vicino San Pietroburgo. Ma era un opificio borbonico, quindi nel 1860 passò sotto la proprietà di un imprenditore sabaudo, con fama di sfruttatore, tale Jacopo Bozza. Questi portò gli impiegati da 1050 a soli 400, scatenando le ire dei lavoratori, Ma prima ancora che si possa parlare di rivolta, le forze dell’ordine prima con le baionette e poi aprendo il fuoco dispersero i manifestanti. Ufficialmente i morti furono solamente due, e sei i feriti. In realtà vennero lasciati a terra almeno quattro operai, che sono a tutti gli effetti i primi martiri del lavoro di questa Italia unificata.

  1. E’ sempre interessante leggere i tuoi post.. devo ammettere che metà delle cose qui scritte non le sapevo..

    • ehehe ti ringrazio…
      In effetti questo blog l’ho aperto per cercare di raccontare cose “normali” da un punto di vista diverso, perchè molto di quello che diamo per scontato ha un perchè di fondo che pochi conoscono.

      • E hai fatto benissimo!
        Ormai nelle ultime due settimane mi sto facendo un po’ di cultura generale in più leggendo te ^_^

  2. Oh che piacere averti qui con noi 😀 ora lavoreremo per il nostro scopo! E complimenti ancora per il bellissimo post 🙂 ma tanto te l’ho già detto che mi piace quello che scrivi!

  1. No trackbacks yet.

Lascia un commento